Paul Snack, “Il magico videogame” (Il foglio letterario, 2016)

Tornare bambini con Il magico videogame di Paul Snack

 
 

Qualche volta è facile tornare bambini. Basta aprire un libro come Il magico videogame.

Edito da Il foglio letterario, è un racconto dal gusto un po’ retrò: adatto a lettori dagli 8 anni in su, presenta elementi un po’ desueti nell’immaginario di un bambino di quell’età – come gli ormai “antichi” videogame – ma che proprio per questo possono suscitare la sua curiosità.

L’autore si chiama Paul Snack e si definisce un «bambino felice». Assieme a lui ha collaborato alla realizzazione di questa pubblicazione – oltre a edillia – l’illustratrice Claudia Giuliani (http://claudiagiuliani.blogspot.it) con disegni perfettamente allineati, nello stile, al tenore della storia.

il magico videogame

La vicenda del Magico videogame è ambientata in una scuola “mostruosa”. E non perché tale è qualsiasi scuola per qualsiasi bambino (!), ma perché a capo di essa ci sono degli adulti egoisti e malvagi. Tutti hanno una cattiva abitudine: fumano. E questo li rende nervosi.
I bambini che frequentano la scuola ne diventano in qualche modo prigionieri, costretti a subire le ingiustizie di questi grandi che hanno dimenticato cosa significhi essere piccini: da Maionese e Ketchup, le maestre snob così chiamate dagli alunni a causa dei loro difetti, alla cuoca Beppa, che sputa nell’acqua e getta nel cibo la cenere del suo sigaro, ai bidelli Crocefissa e Incoronato, menti di un piano diabolico per sbarazzarsi degli alunni.
Un piano che però non sfugge a Spillo e Chicca, i due protagonisti, che scoprono il “complotto dei fumatori” e si danno da fare per mettere in salvo i loro compagni. Potranno contare sulla fortuna nel gioco, sulla complicità di Faccia di noce – il vecchio gestore di una sala giochi – e su un magico videogame…

Il magico videogame, pur non essendo un racconto verosimile, riesce a rimanere credibile per tutta la sua durata. Il taglio è umoristico, senza rinunciare a comunicare alcuni messaggi positivi al piccolo lettore. Per esempio, l’importanza dell’altruismo che porta Spillo e Chicca a prendere a cuore la sorte dei loro compagni nonostante non siano a loro fortemente legati; la stigmatizzazione, indiretta e ironica, del vizio del fumo, capace addirittura – in un’esagerazione narrativa funzionale alla trama – di rendere malvagio chi ne è vittima; il valore dell’amicizia, quella che lega i due protagonisti pronti ad affrontare assieme e fino in fondo la situazione infausta creatasi nella scuola, cercando di risolverla.
E – perché no, visto che da adulti si perde questa capacità? – l’idea che un pizzico di ottimismo e di fiducia nel prossimo e nella magia non guastano mai!